Cecilia Arpa, per tutte le ragazze desiderose di vestirsi di divertente leggerezza. Ironie pop, gioie tessili per sdrammatizzarsi senza perdere mai di vista lo stile e, udite udite, anche la cultura!  Questo e molto altro si nasconde sotto quei cumuli di stoffa, impeccabilmente lavorati, di ragionata ispirazione. Connessioni del tutto particolari, strade non ancora tracciate: può la matematica travestirsi di capi in voga e saccente sartorialità? Improbabile ma non impossibile! Ecco il brand che da teoremi e deduzioni arriva a creare veri e propri sogni di stoffa. Niente sbadigli o calcoli noiosi, solo intellettuali concezioni capaci di dar vita a un giovane marchio colmo di ilarità e colorata positività.

La mente di questo architettato marchio è Cecilia Arpa, toscana, giovane ingegnere, figlia di costruttori. Il suo destino sembrava essere ovvio, già scritto ed invece… Dopo aver aperto un blog usando un nome d’arte decide di fare sul serio, rischiare il tutto e per tutto fondando la sua più ingegnosa costruzione. Un brand che si nutrisse di tutto ciò che lei è, natura, letteratura e matematica compresa. Ed il suo debutto, avvenuto alla Fashion Week milanese con la collezione Primavera - Estate 2016 “Fiori e Parole”, sembra essere tutto un programma, un bellissimo incantevole programma. Nelle sue creazioni il nastro si riavvolge sui volumi anni ’50 ed i colori dei ’60: rosso, giallo, verde acido, salvia, rosa e celeste cielo. La bizzarria, la gioia e l’ilarità sono i fili che si intrecciano in capi capaci di sorprendere, di far sorridere una donna. Antidoto alla noia e alla convenzionalità.

Gonna in seta come foglio bianco per scrivere una storia, la fiabesca conversazione tra Alice, il Giglio Tigrato e la Rosa. Fiori che divengono maniche, gonne corolla nate dalla digitalizzazione di petali di una rosa vera, giochi di organze e sovrapposte trasparenze, tasche che magicamente si trasformano in nuvole o margherite. Cappellini da baseball come giardini fioriti, bomber dal gusto più sportivo, giusta dose di contrasto da alternare a look più romantici e fiabeschi.

E poi la genialità: una stola che prende spunto dal nastro di Möbius, con iscritta la canzone di Sergio Endrigo “Ci vuole un Fiore”, o la gonna a ruota derivata dalle Metamorphosis di Escher costruita su più passaggi, dalla quadrettatura, al pied de poule, fino ai tulipani sull’orlo, nascondendo in realtà anche un altro intellettivo step. La stampa infatti è stata inserita in un reticolo di spirali che segue la serie di Fibonacci. Con Cecilia Arpa colori, disegni, fantasie gridano ed invitano a dilettarsi al gioco dei vestiti. Ci vuole un fiore per fare un albero, ci vuole ispirazione per fare arte, ci vuole conoscenza per fare grandi cose, ci vuole talento per fare creatività! Per info www.cecilia-arpa.it

Giulia Fucile