L’evoluzione green del mondo della moda sta incalzando tra i suoi produttori generando una maggiore consapevolezza anche tra i consumatori. L’associazione Donne in Campo non si tira indietro al richiamo salva-ambiente di questi ultimi anni, bensì si schiera in prima linea: ha infatti da poco registrato il marchio Agritessuti, un progetto ecofriendly che in maniera arguta unisce abbigliamento, agricoltura ed ambiente.
Donne in Campo, associazione italiana di Cia di imprenditrici e donne dell’agricoltura nata nel 1999, ha sviluppato un’iniziativa rivoluzionaria che di certo cambierà i connotati del settore tessile italiano. Il Made in Italy si prefigge sempre di più responsabilità ecosostenibili, e proprio su tale frontiera è stato ideato il progetto Agritessuti. L’obbiettivo è quello di reinventare la tradizione tessile italiana sfruttando processi e scarti agricoli ecocompatibili e dando vita ad una filiera ecologica ricavata da fibre vegetali e animali.
Il lancio del marchio è stato inaugurato lo scorso 25 settembre a Roma dove si è tenuta una sfilata di capi capaci di dimostrare che una moda etica ed ecofriendly può realmente esistere.
Canapa, gelso, fiori, scorze di melograno, radici, foglie di carciofo, ricci di castagno, bucce di cipolla e tutto ciò che madre natura ha da offrire saranno i materiali impiegati per dare vita ad indumenti dalle tinte verde. Incentivare, sensibilizzare e guidare ad una produzione e a un acquisto più consapevole, salvaguardando il pianeta e privilegiando metodi alternativi di lavorazione dei tessuti. Queste sono le promesse di Agritessuti.
Donne in Campo, però, chiarisce che ilprogetto è ancora nella sua fase embrionale.
“È una filiera tutta da costruire, ma di cui abbiamoil konw-how, considerata la vicinanza tra le donne e la tradizione tessile,nella storia e ancora oggi. Per questo ribadiamo la necessità di dare vita atavoli di filiera dedicati; al Ministero delle Politiche agricole, alimentari eforestali, a sostegno della produzione di fibre naturali, a cui andràaffiancata la creazione di impianti di trasformazione, diffusi sul territorio ein particolare nelle aree interne. Ciò, per mettere a disposizionedell’industria e dell’artigianato, un prodotto di qualità, certificato,tracciato e sostenibile“.
Pina Terenzi,presidente nazionale dell’associazione, ribadisce anche che la richiesta di capi ecosostenibili in Italia ècresciuta del 78% negli ultimi due anni e per questi oggi il 55% degliutenti è disposto a pagare di più. Passare all’azione erispondere al grido d’aiuto del nostro ambiente è fondamentale.