Emanuele Bicocchi rappresenta una diversa idea di preziosità, ricercata e unica. Dai lontani diamanti di Marilyn Monroe alle maglie di argento intrecciato, al brunito ed alle pietre semipreziose di Emanuele Bicocchi, innovativo simbolo dell’attuale significato del gioiello. Bijoux lavorati e plasmati artigianalmente, sperimentando e ritentando con pazienza e abilità per creare la migliore performance. A muovere i fili di questa nuova concezione di gioiello il giovane Emanuele Bicocchi.
Fiorentino, classe 1983, dopo la maturità scientifica si avvicina professionalmente al mondo del gioiello collaborando, in questo specifico settore, con più nomi della moda, come Fendi. In realtà in un laboratorio orafo c’era già cresciuto, quello della madre, ma solo a seguito del liceo lo scruta con interesse e lo riconosce come proprio consono habitat, il suo futuro. Dopo l’incontro e l’appoggio di Giulia Diamanti, compagna di vita, nel 2010 dà il via al suo omonimo marchio Emanuele Bicocchi, contando anche sull’ artistico contributo di Gino Diamanti.
Nelle sue creazioni si percepisce subito un chiaro stile, un' estetica grintosa e passionale che verte su una brand identity ben definita e riconoscibile. Commistione di più elementi, di amalgamati stili che vanno dal punk, al rock, al gotico. I suoi gioielli sembrano vestire misteriosi personaggi avvolti da un' aura profonda, tormentata.
Croci, pendenti, collane, bracciali, intrecciati in maglie d'argento. Anelli geometrici progettati e architettati su pietre. Gusto genderless, ibride ormai cancellate vie di segmentazione. La donna diviene più gentile, ma pur sempre principessa guerriera, illuminata da motivi floreali o stelle brillanti.
Incastonate pietre, lacrime luminose, declinate in collane o evidenti orecchini earcuff, seducente cascata di fili per una incantevole headbands. Forme e composizioni curate in ogni minimo dettaglio, muti metalli comunicanti visioni. Gioielli che divengono espressione di uno stato d'animo, di un modo di essere sofisticato e anticonformista. Per info http://www.emanuelebicocchi.com/
Giulia Fucile