ADRIANHATS: cappelli artigianali, made in italy, originali quanto basta per rompere con stile la monotonia. La fondatrice e designer Veronica Adriani ci racconta tutto (e di più!) su questo affascinante brand. Una storia di famiglia che inizia tanti anni fa e che adesso ritorna con tutta la forza di una tradizione tramandata in un presente che non teme anzi costruisce con arte il domani. Che dire...chapeau!Il cappello è un accessorio particolare, affascinante, un vero tocco di classe. Veronica cosa ti ha spinto ad avvicinarti al mondo della moda e soprattutto al mondo del cappello? “La mia storia “nasce” in questo mondo. Mio nonno Ugo Adriani negli anni ‘60 aprì il suo primo negozio di vendita all'ingrosso: non c'è una foto o un ricordo di mio nonno senza il cappello! Quello che mi ha spinto a riavvicinarmi dopo una carriera intrapresa in un altro ambito, ovvero quello della fotografia, è stato il riappropriarmi di quell’idea di classe “un po' retrò”... lamentiamo molto l'idea che con il tempo che passa tante cose si vanno perdendo, i tesori di un tempo... ecco io non volevo perdere il mio! Nel momento in cui ho visto la possibilità di riadattare alle mie esigenze e al mio live style una tradizione che mi apparteneva mi sono riempita di entusiasmo e ho iniziato l'avventura ADRIANHATS.”Quando hai deciso che era il momento di creare un tuo brand? “Credo sia successo quando ho veramente sentito il cappello non come un semplice “accessorio” ma come lo strumento con cui suonerà la mia musica. Sono sempre stata affascinata dal lavoro artigianale della produzione, dalla qualità e dalla bellezza delle materie prime. Con la fotografia ho ricercato l'idea di un estetica che corrispondesse ad un modo di essere, che fosse veicolo di un contenuto, quando ho visto tutto questo nei cappelli... Ho pensato che potesse fare per me. Uno strumento di espressione, al quale sentirsi legati. Un cappello, per come lo intendo io, è come la coperta di Linus ;) ti colpisce perché ti racconta. E' come la parola che sapevi di avere sulla punta della lingua ma non riuscivi a trovare.”Come definiresti il tuo stile? “Il mio è uno stile che ha bisogno di essere nutrito, che ha bisogno di evolversi. Quello che mi piace da morire di questo progetto è che ti sprona a cambiare: ogni stagione è una nuova ricerca, che mantiene sempre viva la mia identità.”I tuoi sono davvero oggetti unici, figli di un processo artigianale: cosa si nasconde dietro i tuoi cappelli? “Dietro I miei cappelli si nascondono le mani di artigiani che conosco da quando sono bambina, che ho sempre visto lavorare con grande esperienza e fantasia. Persone vere prima di tutto, impagabili mani piene di sapere.”Quanto sono importanti secondo te i contest e le fiere di settore per i giovani designer emergenti della moda? “I contest sono fondamentali, aiutano a creare quel business di cui una piccola realtà ha bisogno per riuscire a farsi strada nel grande mondo. Oltre alla visibilità credo diano anche una certa solidità al rapporto che crei con un cliente. Amplificano e sostengono l'identità del tuo brand. Per quanto riguarda le fiere di settore, sono sicuramente dei poli di attrazione consolidati, ma credo che per un brand emergente non siano il trampolino di lancio.”Cosa ci racconti della tua ultima collezione? A cosa si ispira e qual è il suo concept? “I cappelli ADRIANHATS nascono dall’idea di vivere nella quotidianità. Facili da indossare, sono un capo indispensabile nel suo utilizzo e nella caratterizzazione della personalità. L’ultima collezione sovrappone linee morbide e figure geometriche, evoca gli anni d’oro della moda del cappello unendosi alle linee avvolgenti di lane, seta e piume. Dagli anni ‘50 fino allo stile grunge, non c’è mai un’identificazione ma un semplice spunto, volto a vestire la donna e l’uomo contemporaneo proiettato verso il futuro ma nostalgico della propria storia.”Dove è possibile acquistare i tuoi cappelli? “Il sito ADRIANHATS è prossimo alla vendita online. Inoltre c’è una distribuzione in Giappone mentre in Italia è possibile trovarli in punti vendita come il Sottobosco a Roma nel Rione Monti e a Siracusa presso Il Chiodo.”Progetti futuri? “Ci sono molte cose in ballo, per cui in questo momento rimango concentrata sul presente...per ora!”