Talenti emergenti: Arwa Al Banawi, Atulier, Badawiah, Chador, Charmaleena Jewellery, Daneh, Fyunka, Haal Inc., Haifa Fahad e Mashael AlRajhi. Non una casuale lista di nomi ma identità saudite, tutte femminili, proprietarie di impronte già indelebili nel territorio del fashion. Cantiere aperto ed in piena innovativa sperimentazione. Tesoriere di nascoste artistiche abilità. Effervescente fermento culturale. Questo il ritratto, grafismo dalle molteplici sfumature, dell’Arabia Saudita, ibridazione tra Oriente ed Occidente.Vogue Talent in collaborazione con Rubaiyat for Industry & Trade cerca proprio in questi territori locali nuove risorse creative per nutrire il pianeta moda di ossigenanti talenti emergenti. I dieci migliori giovani brand hanno presentato le loro collezioni nella prima edizione di Vogue Fashion Experience Jeddah tenutasi dal 20 al 22 aprile 2016 . Ogni marchio corrisponde ad una singola visione di moda, ad una creatività sui generis. In realtà però uniti da nodi dello stesso filo, un filo rosso cosiddetto ispirazione: l’arte, la natura, l’architettura, la bellezza dei costumi mediorientali. In una sola parola chiave tradizione. Dna, quintessenza di ciò che siamo. L’obiettivo di queste giovani fashion designers è ideare un nuovo concetto moda, irradiando il futuro a partire dalle loro solide radici culturali. Plasmare, ridisegnare. Costruire un ponte comunicante tra Oriente ed Occidente, dove il collante sia la moda: caftani e maxi dresses che parlano una lingua universale, quella dell’eleganza; abiti da sera strutturati su lavorazioni ricercate, preziose, fiorenti di dettagli ,ma mai estrosamente opulenti.
Arwa Al Banawi, fondatrice della sua griffe nel 2015, nata a Jeddah ma cresciuta in Svizzera, predilige una moda basata su solide reminescenze passate; tuniche bronzate arricchite da piume o giacche da ricami metallici rifinite da contrastanti revers in velluto. Atūlier è il marchio progettato, in collaborazione con Ot Kutyr, maison saudita sostenitrice di giovani talenti emergenti del settore fashion,nel 2014 da Samar Nasraldin, figlia di un ambiente artistico intriso di surrealismo e poi studentessa della Central Saint Martins di Londra. Suoi sono gli abiti in lungo popeline colorato, forgiati su sovrapposizione, intagli e drappeggi. Safiah Alaquil è la madre di Badawiah, brand di alto design lanciato nel 2015. Tessuti etnici e delicate guarnizioni si mixano alla voglia di individualità per dare vita a raffinati caftani. Nora Aldamer fonda nel 2013 Chador: il medioriente sposa l’occidentalità. Chemisier dai volumi geometrici, importanti ampiezze: frame di un minimalismo occidentale. Mashael Alrajh edifica la sua omonima etichetta nel 2013: nuove fogge lussuose ma semplici, modernità artigianale. Delicate trasparenze valorizzate da giochi di rilievi. Interessante la poliedrica donna raccontata da Haifa Fahad, intenzionata a ridefinire sè stessa e i suoi più celati lati. Charmaleena Jewellery nasce nel 2012 dal vincente binomio designer e managing director interpretato rispettivamente dalle sorelle Leena e Hala Mohamed Elkhereiji. Gemme, diamanti e oro 18 carati sono gli ingredienti principali di questo nuovo gioielloso brand. Pezzi unici,versatili che hanno il potere di trasformarsi da pendenti ad orecchini. Il loro è uno stile intramontabile: la donna vuole brillare. Sempre. Daneh Buahmad, fondatrice nel 2010 del marchio Daneh, si specializza inizialmente nel settore informatico per riabbracciare poi solo successivamente il mondo della moda, sogno nel cassetto fin da piccola. La sua è una collezione ricca di venature vintage con vestiti e gonne ampie dal tono anni ’50, sdrammatizzate da accostamenti più streetwear come l’uso del minipull. Fyunka è sinonimo di ironia,pop, artisticità: etichetta lanciata nel 2011 dall’illustratrice Alaa Balkhy, include capi dalla forte personalità, affollati da immagini magnetiche, capaci di riempire l’occhio. Giacche o borsette cartella dai toni dell’azzurro contrassegnate sempre dal marchio di fabbrica per eccellenza della maison, il disegno. Mariam Bin Mahfouz e Nouf Hakeem promuovono il loro marchio Haal Inc. : il loro progetto è creare abaya, capo simile a un mantello, regalandogli un’allure chic ma pratica. Usano i migliori tessuti italiani, spagnoli e francesi, modellandoli con maestria. Maxi cappe con dettagli studiati minuziosamente, elementi contrastanti: risultato del tutto nuovo seppur tradizionale nelle forme.Dieci talenti emergenti,dieci nomi, infiniti echi. Rumore dell’Arte.
Sono state decretate vincitrici di questa edizione Chador e Haal Inc. che andranno a Palazzo Morando a Milano mentre Fyunka avrà l’opportunità di collaborare con Carpisa. Pietre grezze, futuri diamanti.
Giulia Fucile