Un cambio di pensieri, comportamenti, abiti. La moda, che non cambia solo con il tempo e con le stagioni, anticipa e veste nuovi modi di vivere, fare e pensare.

Sempre un passo in avanti, studia e ricerca nuovi modi di manifestarsi. Senza inquinare, senza scartare, senza eccedere. La moda ha infatti accelerato il passo verso una filiera sempre più green ed amica dell’ambiente. La scelta di nuove lavorazioni, la selezione di tessuti dead stock, materie prime salvate dal macero e destinate ad una nuova vita.

L’upcycling, il riciclo creativo di tessuti e capi inutilizzati è una delle prime applicazioni della moda sostenibile. In nome di un’economia circolare, avversa alla sovrapproduzione, la moda trova in vecchi jeans, pelle di scarto, tessuti d’arredamento vintage un tesoro da scoprire e un futuro tutto da riscrivere.

Partendo dall’esistente, nuovi nomi della moda made in Italy realizzano pezzi unici, esclusivi e irripetibili. Creazioni introvabili, irripetibili a partire dalla stessa materia prima, recuperata e trasformata con lavorazioni artigianali e sostenibili.

Capi ed accessori che raccontano una storia, partendo dalla loro stessa sostanza: una narrazione a capitoli con un finale green. Fatto di tempo, creatività, ricerca, sperimentazione, esplorazione di nuovi linguaggi. Contemporanei, sostenibili, rivoluzionari.

 

L’upcycling quindi non solo riutilizza ma crea, dona un nuovo valore al capo e all’accessorio realizzato usando scarti o prodotti già esistenti. Come una seconda chance, come la possibilità di tirare fuori da quel filato, tessuto o capo dismesso, il meglio. Una nuova occasione.

Fare una moda sostenibile che integri nella sua filiera l’upcycling, il recupero e la trasformazione, non va di certo contro una moda attenta allo stile piuttosto che al design. Anzi: la moda sostenibile punta a una qualità ancora più alta, a una manifattura spesso impeccabile. E ricca, piena di consapevolezza e personalità. The revolution starts with you: discover and wear sustainable fashion.